GRAN PARADISO (4061 m.)

Valsavarenche
Parco Nazionale del Gran Paradiso
AO

   Mappa dell' Itinerario

NELLA FOTO A LATO:

dalla cima verso il Piemonte

   ALTRE IMMAGINI        

Alba sul Ciarforon 

Alba e rocce montonate 

L'inizio del Ghiacciaio 

Dalla vetta verso il Ghiacciaio della Tribolazione 

Le rocce sommitali 

Dalla vetta verso la Testa di Valnontey 

Informazioni generali
Il Gran Paradiso rappresenta senza dubbio il desiderio "proibito" di molti escursionisti. Unico "quattromila" situato completamente in territorio italiano, questa cima presenta un versante terrificante sul lato della Valle di Cogne: una colossale parete rocciosa con un salto di circa 700 m. si innalza infatti da un ghiacciaio il cui nome è per sè stesso già molto indicativo: Tribolazione!
Ben visibile dalla pianura piemontese per la sua posizione isolata, accanto alle inconfondibili forme della Tresenta e del Ciarforon, questo massiccio presenta tuttavia un lato lungo il quale è possibile una salita relativamente semplice fino in vetta; Pont Valsavarenche costituisce la naturale base di partenza di questa interessante ascensione: dopo avere pernottato al Rifugio Vittorio Emanuele, raggiungibile su comodissimo e battutissimo sentiero, si risale il versante ovest del "gigante solitario", prima su pietraia e poi su ghiacciaio, fino ad un paio di metri sotto la Madonnina della vetta, per raggiungere la quale occorre superare un passaggio a strapiombo sul ghiacciaio della Tribolazione (600 metri di salto).
Questo passaggio ed il fatto di camminare su ghiacciaio, con l'insidia sempre presente dei crepacci e dei mutamenti meteorologici, rappresentano le difficoltà alpinistiche di quella che diversamente sarebbe unicamente una camminata. Oltre a queste difficoltà l'escursionista che vuole risalire fino alla vetta del Gran Paradiso dovrà tenere presente il discreto dislivello (circa 1300 m.) da superare che, abbinato alla quota abbastanza elevata, potrebbe creare qualche problema a chi non avesse un buon allenamento.
Dalla Madonnina, posta su quella che da tutti è vista come la vetta (la vera sommità di pochissimo più alta è in realtà spostata verso Nord), si gode un panorama straordinario, dominato dall'imponente arco delle Alpi Piemontesi, che fino all'Argentera e oltre, attraverso il Monviso, appare come il braccio di un gigante posto a difesa della pianura.

Descrizione del percorso
Dal piazzale di Pont Valsavarenche, una piccola frazione costituita da poche case e posta al termina della strada carrozzabile, dotata di alcuni alberghi, si attraversa il torrente Savara e si risale verso sinistra in direzione del Rifugio Vittorio Emanuele, su sentiero molto battuto e comodo.   Dopo avere costeggiato per un tratto il corso d'acqua di fondovalle, si prende a salire con decisione prima in un bosco di larici e poi attraverso praterie fino a sbucare su di un piccolo pianoro dove è posto il Rifugio Vittorio Emanuele, costruzione in metallo a forma di mezza botte rovesciata, visibile soltanto all'ultimo: per il pernottamento, specialmente nei giorni prefestivi, è vivamente consigliata la prenotazione. Dal rifugio si gode un panorama dominato dal Ciarforon, mentre non è assolutamente visibile la vetta del Gran Paradiso.   La mattina seguente si imbocca un sentiero alle spalle del rifugio che, dirigendosi verso nord, si perde in una pietraia (qualche difficoltà può sorgere in questo primo tratto per il fatto che viene generalmente percorso alla luce dei frontalini); attraversata la pietraia si ritrovano tracce di sentiero che conducono alla base del ghiacciaio che scende dalla vetta del Gran Paradiso.   Il primo tratto di ghiacciaio è abbastanza ripido ma si può, dotati di piccozza e ramponi, anche affrontare con percorso "diretto": taluni preferiscono disegnare un ampio semicerchio passando sotto alcuna roccette collocate verso nord, seguendo quasi il bordo del ghiaccio; in certe condizioni (scarsità di neve) questa zona, attraversando la quale si effettua questa prima parte di salita per una pendenza minore, può essere pericolosa per eventuali cadute di sassi: a seconda della situazione occorrerà valutare il percorso migliore.   Superata questa prima rampa, a circa 3300-3400 m., può essere utile una brevissima sosta ristoratrice; si riparte quindi per pendii più dolci fino a raggiungere il crepaccio terminale, che a fine estate è spesso scoperto. Lo si aggira in genere percorrendo un semicerchio in direzione sud e superatolo, si raggiunge la base della Madonnina seguendo la cresta in direzione nord.   Per raggiungere la Madonnina, collocata 2-3 metri più in alto, occorre superare un pericoloso passaggio: in pratica bisogna percorrere un tratto lungo 1-2 metri dove l'appoggio per i piedi è limitato ad una piccola cengia larga alcune decine di centimetri, a strapiombo sul ghiacciaio della Tribolazione, con un salto di 500-600 metri; in questo punto occorre legarsi: chi non fosse esperto, con l'aiuto di una guida, considerando il brevissimo tratto esposto, potrà comunque agevolmente superare questa difficoltà.

Caratteristiche dell’escursione

Località di Partenza: 1^ giorno - Pont Valsavarenche
2^ giorno - Rifugio Vittorio Emanuele

Dislivello: 1^ giorno - da Pont al Rifugio Vittorio Emanuele circa 770 m.
2^ giorno - dal Rifugio alla vetta m. 1330

Difficoltà: F per il lungo tratto su ghiacciaio e soprattutto per il passaggio finale sotto la Madonnina.

Esposizione: ovest. 

Segnaletica: percorso molto frequentato.

Punti d’appoggio: Rifugio Vittorio Emanuele.

Periodo consigliato: da luglio a settembre.

L'itinerario è stato pubblicato su LA RIVISTA DEL TREKKING
"Claudio Trova, Sui Quattromila delle Alpi, camminando" - Agosto 1998

 Claudio Trova, Giuliano Tomasetti & Fulvio Ferrua

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