ROCCIAMELONE
( 3538 m.)

 

Valle di Susa
TO


L'aguzza sagoma del Rocciamelone (a destra)
come appare dalla Cima dell'Orso, sulla dorsale
tra le valli Susa e Sangone 

DISLIVELLO: 1330 m.

ESPOSIZIONE: prevalentemente Sud; il tratto tra La Crocetta e la vetta si sviluppa sul versante Est.

DIFFICOLTA': E se in condizioni ottimali, nel pieno dell'estate. Può diventare EE se nell'ultimo tratto sotto la vetta, ove sono presenti corde fisse, è presente neve; se questa ricopre anche il versante est e cioè il tratto tra La Crocetta e la vetta, la risalita va prudenzialmente considerata F.

VAI
Mappa dell' Itinerario

Da inserire    VAI

 

BREVE DESCRIZIONE

Quando gli eventi meteorologici creano le condizioni per un'atmosfera particolarmente tersa, appare assai evidente alle spalle di Torino l'ampio imbocco della Valle Susa, imbocco dominato sul lato settentrionale da un'alta montagna dalla forma quasi piramidale: si tratta del Rocciamelone, spesso innevato, che per la sua mole è stato nei secoli passati e per molto tempo ritenuto erroneamente la vetta più alta del Piemonte.
Questa stupenda cima, dall'aspetto severo ma in realtà di relativamente semplice accesso, è stata per molto tempo avvolta da un alone di mistero; numerose sono le leggende che la vedono protagonista: alcune narrano di un demone pronto a scatenare fortunali contro chiunque avesse tentato di violarne l'accessibilità, altre parlano di un misterioso Re Romulo e di un suo altrettanto misterioso tesoro nascosto in qualche anfratto del monte, tesoro spesso cercato ma naturalmente mai trovato.
Notevole doveva quindi essere il coraggio di Bonifacio Rotario d'Asti che nel lontano 1358, superando il diffuso timore reverenziale verso la montagna, raggiunse per la prima volta la vetta, portando con sè un famoso trittico metallico (trittico ora conservato nella cattedrale di Susa).
Il valore religioso di questa cima ha comunque superato i secoli, tanto che ancora oggi all'inizio di agosto una processione, composta spesso da persone con attrezzatura precaria e allenamento scarso, raggiunge il punto culminante, ove trovano posto una madonna bronzea su grande piedistallo in pietra ed un santuario, il Rifugio Santa Maria, che può fungere anche da ricovero per alcune decine di persone: la madonnina risale al 1899 e pare sia stata costruita con le offerte di 130mila bambini (almeno cosí si legge sul basamento) mentre la cappella è stata completata nel 1920.
L'itinerario descritto si sviluppa sul versante valsusino del Rocciamelone, percorrendo il classico tragitto che sale da La Riposa (ruderi di un ex-forte militare) fino alla Ca' d'Asti; quest'ultima, sorta nel luogo ove Bonifacio Rotario d'Asti costruí un ricovero durante la sua prima ascensione, rappresenta dal 1980 un comodo rifugio e valido punto d'appoggio, specialmente per chi preferisce raggiungere la vetta in due giorni.
Si tenga comunque presente che la salita del Rocciamelone resta un'ascensione abbastanza impegnativa, sia per la quota raggiunta che per il dislivello da superare: inoltre se l'escursione non viene effettuata in piena estate ed in assenza di neve, il tratto finale può presentare qualche difficoltà sia nell'attraversamento del versante est, subito dopo La Crocetta, sia per il superamento di un punto un po' esposto collocato appena sotto la vetta, punto dove alcune corde fisse facilitano comunque il passaggio.
Dalla cima il panorama è grandioso su tutte le Alpi Occidentali; dal punto culminante e soltanto da quello sono inoltre visibili sia il ghiacciaio che ricopre il versante francese (percorso da un itinerario alpinistico facile che sale dal Rifugio Tazzetti) sia il Laghetto della Malciussia, da dove parte un secondo percorso escursionistico che, attraverso il Colle della Croce di Ferro e la Ca' d'Asti, raggiunge la vetta partendo dalla Val di Viù.


Claudio Trova & Giuliano Tomasetti

torna a IN VETTA !