
L'aguzza sagoma del Rocciamelone (a destra)
come appare dalla Cima dell'Orso, sulla dorsale
tra le valli Susa e Sangone
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DISLIVELLO:
1330 m.
ESPOSIZIONE:
prevalentemente Sud; il tratto tra La Crocetta e la vetta si sviluppa sul
versante Est.
DIFFICOLTA':
E se in condizioni ottimali, nel pieno dell'estate. Può diventare EE se
nell'ultimo tratto sotto la vetta, ove sono presenti corde fisse, è
presente neve; se questa ricopre anche il versante est e cioè il tratto tra
La Crocetta e la vetta, la risalita va prudenzialmente considerata F. |
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BREVE
DESCRIZIONE
Quando gli eventi
meteorologici creano le condizioni per un'atmosfera particolarmente tersa,
appare assai evidente alle spalle di Torino l'ampio imbocco della Valle
Susa, imbocco dominato sul lato settentrionale da un'alta montagna dalla
forma quasi piramidale: si tratta del Rocciamelone, spesso innevato, che
per la sua mole è stato nei secoli passati e per molto tempo ritenuto
erroneamente la vetta più alta del Piemonte.
Questa stupenda cima, dall'aspetto severo ma in realtà di relativamente
semplice accesso, è stata per molto tempo avvolta da un alone di mistero;
numerose sono le leggende che la vedono protagonista: alcune narrano di un
demone pronto a scatenare fortunali contro chiunque avesse tentato di
violarne l'accessibilità, altre parlano di un misterioso Re Romulo e di
un suo altrettanto misterioso tesoro nascosto in qualche anfratto del
monte, tesoro spesso cercato ma naturalmente mai trovato.
Notevole doveva quindi essere il coraggio di Bonifacio Rotario d'Asti che
nel lontano 1358, superando il diffuso timore reverenziale verso la
montagna, raggiunse per la prima volta la vetta, portando con sè un
famoso trittico metallico (trittico ora conservato nella cattedrale di
Susa).
Il valore religioso di questa cima ha comunque superato i secoli, tanto
che ancora oggi all'inizio di agosto una processione, composta spesso da
persone con attrezzatura precaria e allenamento scarso, raggiunge il punto
culminante, ove trovano posto una madonna bronzea su grande piedistallo in
pietra ed un santuario, il Rifugio Santa Maria, che può fungere anche da
ricovero per alcune decine di persone: la madonnina risale al 1899 e pare
sia stata costruita con le offerte di 130mila bambini (almeno cosí si
legge sul basamento) mentre la cappella è stata completata nel 1920.
L'itinerario descritto si sviluppa sul versante valsusino del
Rocciamelone, percorrendo il classico tragitto che sale da La Riposa
(ruderi di un ex-forte militare) fino alla Ca' d'Asti; quest'ultima, sorta
nel luogo ove Bonifacio Rotario d'Asti costruí un ricovero durante la sua
prima ascensione, rappresenta dal 1980 un comodo rifugio e valido punto
d'appoggio, specialmente per chi preferisce raggiungere la vetta in due
giorni.
Si tenga comunque presente che la salita del Rocciamelone resta
un'ascensione abbastanza impegnativa, sia per la quota raggiunta che per
il dislivello da superare: inoltre se l'escursione non viene effettuata in
piena estate ed in assenza di neve, il tratto finale può presentare
qualche difficoltà sia nell'attraversamento del versante est, subito dopo
La Crocetta, sia per il superamento di un punto un po' esposto collocato
appena sotto la vetta, punto dove alcune corde fisse facilitano comunque
il passaggio.
Dalla cima il panorama è grandioso su tutte le Alpi Occidentali; dal
punto culminante e soltanto da quello sono inoltre visibili sia il
ghiacciaio che ricopre il versante francese (percorso da un itinerario
alpinistico facile che sale dal Rifugio Tazzetti) sia il Laghetto della
Malciussia, da dove parte un secondo percorso escursionistico che,
attraverso il Colle della Croce di Ferro e la Ca' d'Asti, raggiunge la
vetta partendo dalla Val di Viù.
Claudio Trova
& Giuliano Tomasetti
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