BREVE
DESCRIZIONE
Il monte Tibert è una delle vette più frequentate dell'alta valle Grana; si
risale facilmente partendo da Castelmagno, seguendo prima una carrareccia chiusa al traffico e quindi un sentiero. La camminata non presenta difficoltà
tecniche particolari e si svolge interamente attraverso ampie praterie; la
fatica viene ripagata dall'ampio panorama che offre la vetta: mentre verso
sud si possono ammirare le cime più famose delle Marittime (tra cui l'Argentera, facilmente individuabile grazie all'evidente canalone di Lourousa
che ne solca interamente la parete nord), in direzione dell'alta valle Stura si
individuano la Rocca La Meja, l'Oserot e, più lontano, l'Oronaye (caratterizzato da strati rocciosi profondamente corrugati dalle forze
orogenetiche). In lontananza, verso nord, è ben visibile la sagoma del Monviso mentre il panorama è chiuso a occidente dall'ardita sagoma della
Punta Tempesta. Dalla cima sono inoltre ben visibili la pianura di Caraglio e, in direzione
opposta, la conca della Gardetta, nell'alta valle Maira. La vegetazione è caratterizzata dalla quasi totale assenza di alberi
(soltanto qualche larice attorno a 2200 metri) e di arbusti: prevale in modo
assoluto la prateria alpina, caratterizzata nella tarda primavera e nella prima
parte dell'estate da ricche fioriture. Poichè nella zona si accumulano facilmente nubi temporalesche (i toponimi
Cima La Piovosa e Punta Tempesta la dicono lunga), è importante affrontare
la gita in giornate di tempo stabile e secco, partendo se necessario nella
prima mattinata se si effettua la salita in estate; le terse giornate d'Autunno
rappresentano senz'altro il momento più favorevole per salire sul Tibert.
Si ricordi che la valle Grana presenta anche interessanti aspetti culturali
(santuario di San Magno) e ...... gastronomici: perchè non ricordare a questo
proposito il gustoso Castelmagno, prezioso formaggio dalle particolarissime
fragranze prodotto unicamente su queste montagne.
Claudio Trova, Giuliano Tomasetti
& Fulvio Ferrua
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